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GERRY CONWAY: "SONO UN CAZ#@NE! PORGO LE MIE SCUSE ALLA DC COMICS E AI SUOI RAPPRESENTANTI ANIMATI DI BUONE INTENZIONI"


Gerry Conway


Il mondo del fumetto, a ogni latitudine, è caratterizzato da molte polemiche. Polemiche spesso enfatizzate dalla enorme cassa di risonanza fornita dal web in generale e dai social network in particolare. Altrettanto spesso, con la stessa rapidità di come infiammano la rete, queste polemiche vengono accantonate, sostituite da altre più nuove, fresche e attuali. Capita di rado che si torni a parlare delle ragioni di un autore o di una casa editrice, così come capita di rado che qualcuno torni sui suoi passi per fare chiarezza, eventualmente chiedere scusa per essere andato oltre i limiti della netiquette o, forse aspetto ancor più importante, che qualcuno ritorni sull'argomento per spiegare nel dettaglio cosa è davvero accaduto. Una delle polemiche che hanno diviso la comunità del fumetto negli ultimi tempi è stata quella relativa al trattamento del riconoscimento dei compensi dei creatori di alcuni personaggi che hanno compiuto il "salto" da un media all'altro, passando dal carta stampata al cinema o alla TV; nell'occhio del ciclone, in particolare, si è ritrovata la DC Comics che, nella radicale trasformazione subita nel passaggio da casa editrice indipendente (sebbene di proprietà della Warner Bros.) a divisione integrata negli Studios, ha modificato la sua politica (trovate QUI qualche accenno alla polemica). Il (mal)trattamento (presunto) riservato al veterano Gerry Conway ha suscitato la durissima reazione di quest'ultimo, reazione che lo ha spinto a scrivere alcuni post al vetriolo sul suo blog. Per fortuna, però, lo stesso Conway si è reso conto che la sua indignazione era solo il frutto di un fraintendimento. Un'incomprensione, dunque, successivamente risolta in maniera più che amichevole e che ha spinto Gerry Conway a tornare sui suoi passi, fare pubblica ammenda e chiedere apertamente scusa a Geoff Johns, Dan DiDio, Jim Lee e Larry Ganem. Per chieder loro scusa, ovviamente, ha utilizzato il suo blog, sul quale ha pubblicato una lettera aperta. Eccola.

Vixen, personaggio creato da Gerry Conway e Bob Oksner nel 1978

Perché devo apprendere sempre le stesse lezioni?
Coloro che seguono il mio blog sapranno che nelle ultime settimane ho postato alcuni articoli abbastanza polemici riguardo quella che era la mia percezione di come la DC Comics tratti gli autori. Mentre resto convinto di uno dei punti su cui si fondava il mio ragionamento - credo che la politica DC inerente i personaggi derivativi sia rivolta alla propria auto-difesa - devo fare un passo indietro riguardo tutto il resto, specialmente per ciò che riguarda la mia descrizione delle motivazioni che animano le persone coinvolte nello sviluppo, spiegazione e implementazione del programma di riconoscimento dei diritti ai creatori della DC Comics.
Devo chiedere scusa a Geoff Johns, Dan DiDio, Jim Lee e Larry Ganem.
Sono stato un cazzone.
Non voglio ripetere i particolari, perché significherebbe rendere un disservizio a queste persone ben intenzionate e correre il rischio di rinfocolare qualsiasi tipo di ostilità io possa aver suscitato con le cose che ho scritto. Lasciatemi solo dire che queste persone agivano in maniera diametralmente opposta a quanto li accusavo di fare. Geoff, Dan, Jim e Larry vogliono fare con sincerità la cosa più giusta per i creatori. Non gli avevo riconosciuto questo merito; avevo interpretato un fraintendimento alla stregua di una chiara prova di malafede. Agendo così, ho offeso delle persone che non lo meritavano, e ho offeso delle persone che provavano ad aiutarmi.

Sono davvero, davvero spiacente.
Come è potuto accadere?
Non voglio provare a scusarmi del mio comportamento, ma credo di dovervi una spiegazione che potrebbe, in futuro, tornare utile ad altre persone che potrebbero ritrovarsi nella medesima situazione - reagendo a eventi che si stanno realizzando nel presente basandosi su fatti e problemi, non affrontati (anche solo in maniera inconscia) e non risolti, del passato.
Una versione più attuale di Vixen (da notare la somiglianza con Halle Berry)

Per spigarvelo vi racconto una storia che, pur essendo estranea al fumetto, è esplicativa di quanto accaduto:

Per la maggior parte della mia vita adulta, fino a dieci anni fa, ho nutrito un rancore nei confronti del mio migliore amico ai tempi delle scuole superiori. Una settimana prima che ci diplomassimo, avemmo quello che credevo fosse un irrisolvibile alterco, lasciandomi all'ultimo momento a dovermi arrabbattare per organizzarmi per il giorno del diploma. Non ho mai capito perché il mio amico fece ciò che fece, ed ho serbato un risentimento nei suoi confronti per oltre trent'anni. Finché, grazie a Facebook, ci siamo riappacificati all'inizio del 2000, a finalmente ci siamo incontrati per una cena durante la quale abbiamo parlato dei vecchi tempi.
Ed è stato proprio in quella occasione che ho scoperto le motivazioni per le quali annullò i nostri programmi: era arrabbiato con me per qualcosa che avevo fatto il mese prima del nostro definitivo litigio. Qualcosa che nel mio personale modo di valutare le offese avevo completamente dato per scontato. Qualcosa che avrei dimenticato negli anni a venire mentre continuavo a coltivare il mio rancore. Quando mi ricordò ciò che avevo fatto, mi vergognai e mortificai. Non solo lui era arrabbiato, ma aveva tutte le sue buone ragioni. Non mi doveva delle scuse, ero io a dovermi scusare con lui. (Spero che sia inutile dirvi che mi scusai immediatamente, in maniera servile e continuata.)
Questo incontro con il mio vecchio amico mi ha costretto a riconsiderare le mie memorie che davo per scontate alla stregua di verità oggettive. Ha suscitato il mio continuo interesse nell'esplorare perché credo in ciò che credo, perché alcune cose credo siano vere sono invece false, e perché continuo a ripetere sempre gli stessi errori.
(La marginale buona notizia per il mio auto-rispetto? Attraverso le mie letture ho scoperto di non essere il solo ad avere una memoria selettiva, atta ad auto-giustificarmi. La maggior parte di noi attribuisce a se stessa una etica maggior di quella che effettivamente abbiamo; malediciamo gli altri per più intenti malvagi di quanti non ne abbiamo davvero; e ricordiamo eventi che vanno a nostro vantaggio, mettendoci sempre sul versante della ragione e lasciando agli altri quello del torto. Sapendo che ciò è vero, e che non sono il solo stronzo al mondo che tende ad auto-giustificarsi, avverto un debole conforto.)
Cosa ha a che fare questa mia esperienza privata con la politica inerente i diritti dei creatori adottata dalla DC Comics? Direttamente: non molto. Indirettamente: tutto.
Verso la metà degli anni '80, non ho lasciato in buoni rapporti la DC. All'epoca, come adesso potrete immaginare, maledissi per questo la DC (e continuo a pensare che le persone coinvolte avrebbero potuto affrontare la cosa in una maniera migliore). Ma con il passare del tempo, e in particolare dopo l'umiliante incontro con il mio vecchio amico delle superiori, ho riconsiderato la mia interpretazione di ciò che accadde, e ho accettato il fatto che anche io avevo la mia parte di colpe nel naufragio dei rapporti d'affari con la casa editrice.
Sfortunatamente, la mia testa non sempre comunica con il mio cuore. E poiché ho lasciato il mondo dei fumetti alcuni anni dopo aver lasciato la DC, e ho trascorso i successivi 25 anni occupandomi di altro, quando sono tornato nel settore ero un po' come un emotivo Rip Van Winkle (personaggio protagonista di un racconto dello scrittore Washington Irving, molto affabile, amato da tutti tranne che da una moglie brontolona). La mia mente si era evoluta, ma il mio cuore continuava a serbare rancore. Inconsciamente continuavo a pensare agli attuali collaboratori della DC come se si trattasse di quelli che vi lavorano trenta anni fa.
Come ho detto, sono un cazzone.
Come Geoff Johns mi ha detto quando ho provato a illustrargli la mia ragione per il rancore che nutrivo nei confronti della casa editrice dopo le mie vicissitudini contrattuali, "Gerry, stai parlando di cose che sono accadute quando avevo 12 anni".
E' stato un momento orribile, illuminante e umiliante.
Non sono un semplice cazzone, sono un super cazzone.
Insomma - Geoff, Dan, Jim e Larry - mi dispiace, sono sinceramente e dolorosamente dispiaciuto. Meritate più rispetto e considerazione di quanto ve ne abbia data. Spero che queste mie scuse rendano chiari i miei intenti.
Vixen, così come apparirà nella serie animata a lei dedicata

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Il fatto che Geoff avesse dodici anni non mi sembra una attenuante accettabile, caro Gerry. In fondo Jimbo Shooter ne aveva solo un paio di più quando sceneggiava e disegnava La Legione dei Super-Eroi. Mamma DC avrà le sue ragioni se continua ad assumere cartoonists con le braghette corte. Proprio negli anni novanta - il signor Perullo lo ricorderà - l'intera faccenda è stata parodiata da quella sagomaccia di Tennesse Peyer nella sua run finale di L.E.G.I.O.N. '94 ( Lobo 11/15 prima serie Play Press, se non ricordo male ) e nei primi della testata R.E.B.E.L.S ( nata delle ceneri della prima ndr ) in cui Vril Dox, capo di quella bizzarra polizia stellare, è costretto alla fuga dal figlioletto di un anno scarso ! Nella consideraz dei fans, la casa di Bats e Supes è stata considerata x anni meno moderna della casa di Spidey e Logan- nonostante la Vertigo ed i graphic novels dei vari Miller, Moore e Morrison - ed i capoccioni della stanza dei bottoni hanno deciso di rottamare e di sostituire con nuove leve, anche se si tratta di sceneggiatori e disegnatori che ancora combattono con il sebo in eccesso. Ed è una cosa che ha fatto scuola e ha infettato la DizMarva.
Ti dico solo che ho proposto un graphic novel in cui Harry Osborn - fatto come un cavallo - lanciava da un ponte quella sagomaccia di Frank Castle e Spidey riusciva a prenderlo con la sua tela - snap ! - provocandogli un reuma tale da farlo girare curvo come Rigoletto fino a che la figlia segreta di Armin Zola - tornata da una dimensione dove tutti hanno la testa inscatolata sopra l'ombelico - non si innamora di lui e cerca di convincerlo a gestire un baraccone del tirassegno al luna park. Non ci crederai, ma il tizio che mi ha restituito sdegnosamente la proposta non aveva l'età di Dick Grayson nelle tavole di Dick Sprang. Cattivo.

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