BILL MANTLO: UNA VITA PER IL FUMETTO
Rom Spaceknight |
Con tutta probabilità gli appassionati lettori di fumetti americani di ultima generazione non l’avranno mai sentito nominare, mentre per coloro che seguono le gesta degli uomini in calzamaglia da molto più tempo il nome di Bill Mantlo riporterà alla memoria il tenue ricordo di un’epoca, anagraficamente non troppo lontana (ma distante anni luce da un punto di vista narrativo), in cui le storie e gi eroi erano più semplici e fantasiose.
Bill Mantlo in una foto scattata negli anni '80 (fonte: Marvel Database) |
Il leggendario Bill Mantlo fece i suoi esordi nel mondo delle nuvole parlanti nei primi anni Settanta, debuttando come colorista alla Marvel, per poi diventarne in breve tempo uno dei principali sceneggiatori. Se non uno degli scrittori più apprezzati, di sicuro uno dei più prolifici, un onesto e fantasioso artigiano cui si devono i testi di alcune tra le principali testate edite in quei gloriosi anni dalla Casa delle Idee.
In breve tempo, grazie a trame solide, ricche di azione e introspezione (e fortemente caratterizzate da quell’elemento soapoperistico che contraddistingueva i comics d’oltreoceano dello scorso secolo), Mantlo seppe guadagnarsi un largo seguito di lettori che lo seguivano con attenzione e passione da una testata all’altra.
Nell’arco della sua carriera, durata oltre 15 anni, Mantlo ha prestato la sua immaginazione a serie come ROM: Spaceknight, Miconauts, The Incredible Hulk, Spectacular Spider-Man, Alpha Flight, Cloak & Dagger… solo per citarne alcune.
Per ben 5 anni, a partire dal febbraio del 1980, ha sceneggiato le avventure di Hulk (coadiuvato da Sal Buscema), un ciclo di storie – purtroppo quasi interamente inedito nel nostro paese – nel corso del quale ha scandagliato a fondo il personaggio, fornendo per primo l’interpretazione psicanalitica di Banner che ha fatto la fortuna del successivo ciclo di episodi di Peter David. Per ben 7 anni, a partire dall’agosto del 1977, si è occupato delle storie dell’Uomo Ragno, un lunghissimo ciclo di episodi nel quale ha focalizzato la sua attenzione sulle vicende di Peter Parker, sulle sue relazioni interpersonali e sulle disavventure studentesche.
Con Contest of Champions ha dato alla luce l’antesignano dei moderni crossover, nonché la prima miniserie in assoluto prodotta dalla Casa delle Idee.
Bill Mantlo ritratto in una vignetta di Michael Golden |
Nonostante la brillante carriera compiuta nel mondo dei comics, Bill Mantlo aveva incessantemente continuato a coltivare un sogno: fare l’avvocato. Nel corso degli anni, infatti, aveva continuato a studiare fino a laurearsi in giurisprudenza. Fu per questo che sul finire degli anni Ottanta accantonò la carriera di scrittore, divenendo avvocato d’ufficio presso la procura di New York.
Purtroppo però, la storia non finisce qui, e soprattutto non con un lieto fine. Nel 1992, mentre pattinava, Mantlo fu investito da un pirata della strada (che fuggì dal luogo dell’incidente senza fermarsi a prestargli il primo soccorso e senza mai essere identificato) e riportò gravi danni cerebrali. Per quasi un anno Bill è stato in coma e dopo esserne uscito non si è mai ripreso del tutto. Attualmente, dopo anni di terapie, Bill vive in una casa per disabili, dove è assistito 24 ore su 24. Ironia della sorte, avendo lavorato per gran parte della sua vita come free lance (al pari di tutti i fumettisti) non ha alcun diritto all’assistenza sanitaria ed è mantenuto solo grazie agli sforzi economici del fratello Michael e dei numerosi fan che contribuiscono con mostre, libri benefici e raccolte di fondi. Pur non essendo autonomo, non versa in uno stato vegetativo, la sua memoria a lungo termine – al contrario di quella a breve – funziona benissimo. Questo significa che ricorda benissimo gli anni trascorsi alla Marvel, anche se ha difficoltà ad accedere, senza aiuto, a ricordi specifici. Le lettere dei fan gli conferiscono una grande gioia e la consapevolezza che le sue storie hanno toccato persone in ogni angolo del mondo, gli dona una sensazione di enorme orgoglio. Chiunque fosse interessato a contribuire alla causa del sostentamento di Bill o semplicemente per apportare la propria testimonianza, può scrivere una lettera (cartacea) a Michael Mantlo, c/o Queens Nassau Nursing Home 520 Beach 19th Street Far Rockaway, NY 11691. Collegandosi al sito www.wowio.com è invece possibile effettuare il download del libro Mantlo: A life in comics o della serie creator owned, realizzata nel corso degli anni Ottanta, intitolata Swords of the Swashbucklers.
Ciascun download genera un contributo per l’assistenza a lungo termine di Bill.
Bill Mantlo A Life in comics |
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Fumo di China, si ringrazia Loris Cantarelli
5 commenti:
Non ricordavo più la sua storia.. Grazie, Bill... ho scaricato il libro!
Bill Mantlo è stato e mi piace dire è uno di quegli autori senza il quale il mondo dei comics non potrebbe fare a meno....uno di quegli onesti artigiani, nella accezione più nobile della parola che con il loro lavoro quotidiano contribuiscono a fare si che la nostra esistenza quotidiana non sia mai priva delle nostre amate nuovole parlanti.
Il suo ciclo di Hulk è stato ingiustamente bistrattato in Italia; del suo ciclo di Alpha Flight abbiamo visto poco ma le storie erano più che dignitose...altro che Spider Island...Rom ed i Micronauti i suoi prodotti maggiormente sconosciuti ma non meno validi...specie i secondi, oggi introvabili e che negli anni settanta...nel clima da Star Wars e 2001 odissea nello spazio facevano sognare le stelle ai ragazzini come me.
Spero davvero che in questo periodo di riscoperta di storie saltate e mai pubblicate la Panini dia una chance al suo ciclo seminale di Hulk. Non un capolavoro, forse nemmeno un gioiello ma un'onesta opera di artigianato a fumetti.
Stefano, hai scritto un post bellissimo e tristissimo che riporta alla memoria ricordi lontani.
Avevo rimosso la sua particolare situazione ma hai fatto benissimo a parlarne.
Sono legato a Mantlo soprattutto per il suo Rom (la quale storia ho ricostruito in un vecchio post qui).
Ancora bravo, Stefano.
Complimenti.
Grazie Luigi, davvero!
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