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RICOMINCIAMO?

Frank Miller
protagonista di due indimenticabili rilanci, su Daredevil e Batman, che riuscirono ad
attrarre nuovi lettori (e a scrivere la storia dei comic book) senza avvertire la necessità di rilanciare
le serie con un nuovo numero uno


Ricominciamo?

Dopo oltre quaranta giorni di silenzio, direi che sia proprio il caso di chiederselo. Mentre scrivo queste righe, sono il primo a porsi questa domanda. Mi rimetto al lavoro? Ricomincio a scrivere gli aggiornamenti del blog di Comix Factory? La risposta è meno scontata del previsto.

L'attacco informatico che qualche mese fa è stato scagliato da un anonimo hacker sul blog non è passato senza lasciare segni. Nel giro di una settimana ho dovuto cambiare indirizzo, rimettere in piedi il blog e immergermi con immutato entusiasmo nella scrittura e pubblicazione degli aggiornamenti. Nel frattempo, però, complice la difficoltà di comunicare il seppur leggero cambio di indirizzo, Comix Factory ha perso diverse centinaia di lettori (e ancora adesso, a mesi di distanza, sono in molti a chiedersi che fine abbia fatto il blog). Una motivazione che avrebbe potuto essere sufficiente a far smorzare un po' di entusiasmo.

Avrebbe potuto, ma non ci è riuscita.

Eccomi, dunque, dopo una (breve?) pausa pronto a riprendere gli aggiornamenti.

Allora, ricominciamo? Ebbene sì, ricominciamo!

Teaser pubblicitari del
Marvel NOW!
E visto che si parla di inizi e nuove partenze, non posso esimermi dal parlare di quella che ormai è la tendenza più consolidata del comicdom statunitense. Ripartire, rilanciare, riprovare e, per l'appunto, ricominciare a narrare le peripezie di personaggi che non sembrano più attrarre l'attenzione del grande pubblico dei lettori (non a caso, evento impensabile fino a un decennio fa, nella classifica dei primi cento albi più ordinati - fate attenzione a questa non trascurabile sottigliezza - redatta mensilmente da Previews, è sempre più frequente la presenza di serie non pubblicate dalle Big Two e non appartenenti al genere supereroistico tout court). Negli ultimi cinque/sette anni tutte le serie pubblicate da Marvel e DC Comics sono state sottoposte alla procedura dello stop and go, ma quante di queste ne hanno davvero beneficiato? A onor del vero, mi verrebbe da ricordare la sola serie principale tra quelle dedicate a Batman che, da oltre quattro anni vende stabilmente al di sopra delle centomila copie. Ma con un team creativo così consolidato, preciso e amato dal pubblico (Scott Snyder e Greg Capullo) non si sarebbero ottenuti gli stessi risultati anche senza un nuovo numero uno?

Non sarebbe forse giunto il momento che qualcuno cominciasse a chiedersi come mai, nonostante gli enormi sforzi produttivi compiuti per avvinare nuovi lettori non si riesca a produrre altro che un timido interesse passeggero e la disaffezione dei vecchi lettori? Dato per scontato, e parzialmente inevitabile, l'influsso che producono i mezzi di intrattenimento endogeni al mondo dei comics (cinema, videogame, internet, lettura di libri, youtube, televisione ecc...), non sarebbe il caso di chiedersi come mai, nonostante i grandi eventi narrativi, le ripartenze, i rilanci, i grossi cambiamenti che sconvolgono la vita dei personaggi e degli universi narrativi ai quali appartengono, i fumetti di super eroi continuino a perdere lettori? Eppure, a mio parere, per trovare le risposte non sarebbe necessario fare niente altro che alzare la testa dalla propria scrivania e dai manuali di marketing per osservare cosa accade ai casi positivi e in controtendenza che si verificano nella stessa industria.

il cast degli eroi Marvel in grande spolvero
per All-New All-Different Marvel

Prendiamo a esempio The Walking Dead. Piccola produzione realizzata in bianco e nero in un paese in cui per essere bello devi essere super-accessoriato. Eppure il fumetto creato da Robert Kirkman ha saputo in dieci anni passare da serie di nicchia a una tra quelle stabilmente nella parte alta della classifica di vendite. Molti potrebbero obiettare che tutto ciò è stato reso possibile dall'enorme successo riscosso dalla serie TV, e questo è un dato innegabile. Ma sono fermamente convinto che se non fosse stato per l'ottimo plot, la solida narrazione, la durezza con cui vengono affrontati temi esistenziali non sempre gradevoli, l'intreccio narrativo e le splendide iterazioni tra i personaggi (anche quelli secondari) della serie, senza tralasciare l'incognita che riserva il futuro a ognuno di loro (anche quelli più amati dai lettori), The Walking Dead non avrebbe catturato l'attenzione di Frank Darabont, il talentuoso regista che fortemente ha desiderato, voluto e ottenuto la riduzione per il piccolo schermo dell'epopea zombie di Kirkman.

il cambiamento degli eroi Marvel
nel corso degli anni '80

Tutte caratteristiche, quelle da me elencate, molto comuni a comics di una ventina d'anni fa (in fin dei conti, non erano le stesse caratteristiche che hanno fatto degli X-Men scritti da Chris Claremont i dominatori incontrastati delle classifiche di vendite per circa un ventennio, continuando a vendere bene anche quando il deus ex machina dei mutanti Marvel mollò la serie lasciando le redini a degli onesti mestieranti che si limitarono a continuarne l'opera?) e che andrebbero assolutamente riscoperte per catturare l'attenzione di un lettore sempre più distratto da altro, ma anche sempre meno interessato a spendere quattro (!) dollari per venti pagine di un fumetto di cui alla fine della lettura rimane poco o nulla (questo per demerito di una dilatazione narrativa, richiesta dal divisione librerie, escogitata per vendere le raccolte in volume ma che va inesorabilmente a scapito della godibilità di ogni singolo albo, destinato alle volte a essere assolutamente privo di picchi narrativi).

Sarebbe ora, dunque, che i reparti creativi facessero una scelta tra il cercare di attirare nuovi lettori occasionalmente incuriositi dalla morte di Wolverine o dal fatto che sarà il commissario Gordon a indossare temporaneamente il manto dell'uomo pipistrello e quei lettori che, invece, scelgono di leggere un fumetto anziché fare altro, privilegiando nel loro tempo libero la lettura di una serie a fumetti a una mezz'oretta trascorsa su Clash of Clans. E' su questa seconda tipologia di lettori che bisognerebbe concentrarsi, dando loro fruibilità, intrattenimento e tanta onestà creativa. Una ricetta elementare che potrebbe forse, nel breve periodo, far perdere qualche lettore occasionalmente incuriosito dalla notizia pubblicata su un quotidiano locale o annunciata in TV,  ma che, ne sono convinto, attirerebbe molti lettori abituali ormai stufi di essere sottoposti a continui cambi di ritmo narrativi (in fin dei conti si tratta della stessa ricetta adottata con successo dalla Marvel di Bill Jemas a inizio millennio).

L'insuccesso di questa politica di continui rilanci è decretato dalla frequenza con cui questi vengono reiterati. In breve siamo passati dal rilancio occasionale cui venivano sottoposte le serie in visibile difficoltà, a quello programmato per ripetersi ogni 18/24 mesi. Possibile che non si riesca a mantenere il lettore fedele a una serie oltre questo breve lasso di tempo?

Gully
una dei protagonisti di Battke Chasers di Joe Madureira


Interrogativi esistenziali e dubbi produttivi a parte, c'è forse qualcos'altro da segnalare al termine di questa torbida estate?

In realtà non c'è molto altro da segnalare (almeno dal mio punto di vista), complici la calda estate e il fatto che i rumors cinematografici e televisivi stanno ormai rubando la scena ai comics, sottraendo spazio e contenuti sulle homepage dei principali siti di informazione d'oltreoceano.

Oltre al (solito) boicottaggio di alcuni comic shop nei confronti di Fables e del suo autore Bill Willingham, reo di aver organizzato una conferenza sul ruolo delle donne nell'attuale panorama del fumetto statunitense "dimenticandosi" di invitare a parlare dell'argomento almeno una rappresentante del gentil sesso (QUI trovate qualcosa in proposito), non passerà di certo inosservato l'incredibile record di Joe Madureira che ha recentemente annunciato che Battle Chasers (una delle serie più amate tra quelle pubblicate a cavallo tra il '900 e il nuovo millennio) riprenderà le pubblicazioni, facendo registrare un ritardo di soli quattordici anni tra il numero nove (pubblicato nel 2001) e il dieci, di imminente (?) pubblicazione.

Un'estate tranquilla, dunque, grazie alla quale possiamo finalmente goderci una colazione a base di biscottini (commestibili) guarniti con una speciale copertura in resina (non commestibile) che omaggia Han Solo e il trattamento riservatogli da Jabba the Hutt ne L'impero colpisce ancora.
Buona merenda!

Han Solo in stato criogenico diventa una guarnizione per
biscotti







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