MESSAGERIE LIBRI DA IL BENVENUTO AL GG STUDIO E SPERIMENTA IL DIRITTO DI RESA
Mese dopo mese continua ad allargarsi il numero di editori in esclusiva (distributiva) con Messagerie Libri, e così, dopo GP Publishing, Coconino, Fandango, Tunué e Comma 22 (solo per citare quelli più conosciuti in fumetteria) a Lucca è stato dato l'annuncio che anche il GG Studio entrerà nel novero degli editori distribuiti da Messaggerie.
Per l'occasione la casa editrice napoletana ha ristampato, in un nuovo elengantissimo formato cartonato alla francese (un formato che rende giustizia alla qualità grafica delle sue pubblicazioni ) i primi volumi delle sue serie principali.
Ma la notizia più importante, non me ne vogliano gli amici del GG Studio, è che Messaggerie ha introdotto per il 2012 il conto vendita alle fumetterie. Piccola nota per i non addetti ai lavori: a differenza delle edicole e delle librerie di varia le fumetterie non hanno il diritto di resa, ciò che ordinano gli appartiene e non può essere restituito - se non in casi eccezionali - a distributori o editori. A partire dal 2012 le fumetterie che si riforniscono attraverso messaggerie potranno rendere una percentuale (che varia, a seconda dell'editore, dal 15% al 20%) del fatturato realizzato nei dodici mesi precedenti. Sebbene non si tratti di una novità assoluta (negli ultimi anni l'Alastor ha concesso un analogo diritto di reso sul 5% del fatturato Planeta De Agostini Comics ogni sei mesi) si tratta di un passo molto importante; per la prima volta un distributore introduce, con un provvedimento strutturale e non occasionale, il diritto di reso alle fumetterie, concedendo loro - in vista di un 2012 caratterizzato dall'aumento di produzione di molti editori - una boccata di ossigeno e la possibilità di liberarsi degli invenduti fermi in magazzino. Un piccolo passo che spero possa fare proseliti anche presso gli altri distributori.
2 commenti:
Il diritto di resa fa comodo a chi è intermediario nella vendita dei fumetti (cioè, ai negozianti, agli edicolanti, ai gestori di fumetterie), ma annienta gli editori e quelli che vendono solo in fumetteria. Se di un fumetto vengono stampate 5.000 copie e ne vengono vendute solo 200 e questa triste esperienza viene ripetuta per 3 o 4 serie o numeri, il fallimento è dietro l'angolo. Questa strategia, poi, rischia di far uscire dal mercato i piccoli editori, i quali, non potendo reggere il confronto con gli editori medi e grandi, resteranno strangolati. Finora, tanti piccoli editori riuscivano a tirare avanti, vendendo ai distributori e alle fumetterie (e non ai lettori) i loro fumetti. Ora che, con il diritto di resa, saranno costretti a vendere direttamente ai lettori, riceveranno solenni bocciature e il mercato, da centinaia di piccoli editori, si ridurrà, in poco tempo, a poche decine.
Quando scrivi: " E' giunta l'ora che ci si dia una regolata e si cominci ad agire da filiera, gli editori devono capire che la fumetteria non è una fogna dove buttare qualsiasi porcata", hai perfettamente ragione.
Per questo motivo, è difficile pensare che ci siano miglioramenti da un progetto che prevede il diritto di reso. Tu parli di editori, ma sarebbe più corretto parlare di semplici amatori che vanno avanti perchè il loro primo cliente è la fumetteria. Se ne fregano se poi i loro fumetti vendono o meno, ma si arrabbiano se poi la fumetteria cessa di ordinare i loro fumetti.
La fumetteria ha dimostrato di non essere il futuro del fumetto in Italia, perchè ha determinato la nascita di un grande numero di questi "amatori", a sentire i quali, ognuno di loro pubblica un fumetto imperdibile (nella quasi totalità di si tratta di autori, serie o personaggi sconosciuti o di autori conosciuti che si dilettano per piccole etichette indipendenti). La realtà è arrivata: Messaggerie Libri sta introducendo delle logiche di mercato e di distribuzione "normali" per un mercato composto da editori professionali, non certo per le attuali entità che pubblicano solo in fumetteria. Servono ingenti mezzi economici, grandi investimenti e progetti validi, che per il momento non esistono e/o non sono realizzabili (stante l'attuale crisi economica e del mercato dei fumetti in particolare).
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