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JIM STARLIN: "OGNI VOLTA CHE LE VENDITE CALANO, UN EROE MUORE"


uno dei teaser di
Three month to die
ciclo narrativo in cui morirà
un eroe della Marvel
 



Qual è il rapporto tra scrittori ed editor? Che sentimenti provano i primi quando gli editor, responsabili delle testate sulle quali lavorano, gli impongono un cambiamento di rotta per adeguarsi alle storyline che coinvolgono l'intero universo narrativo? E che sentimenti provano i creatori nei confronti dei crossover (da anni ormai croce e delizia del comicdom statunitense)? Chi è che prende in definitiva le decisioni inerenti svolte narrative cruciali (come la morte) di un personaggio?

A queste, e a molte altre, domande rivolte loro dal pubblico hanno risposto Kelly Sue DeConnick, Jim Starlin, Jason Latour e Dennis Hopeless nel corso della conferenza Marvel tenutasi alcuni giorni fa durante la convention Heroes Con 2014.

Dopo alcune domande di rito, indispensabili per rompere il ghiaccio e far scaldare il pubblico, uno degli appassionati presenti in sala ha chiesto agli autori intervenuti: "E' mai capitato che qualcosa sulla quale stavate lavorando, una trama che stavate costruendo abbia subito uno stop a causa di qualcosa che doveva accadere su altre testate, influenzando in tal modo anche la vostra serie?"

Jason Latour (attuale sceneggiatore di Wolverine and the X-Men vol. II) è stato il più lesto a rispondere: "Ti riferisci alla morte di Wolverine?" scatenando le risate generali del pubblico. "I miei plot erano stati resi noti, quel che non sapevo è che mi sarebbero restati solo sei o sette albi per sviluppare tutto". Jim Starlin, invece, riferendosi alla sua recente esperienza con la DC Comics, ha dichiarato: "Ogni volta che concordi qualcosa con Dan Didio, alla fine non ti ritrovi mai fare quello che hai stabilito" troppi, infatti, sembrerebbero essere i cambiamenti richiesti per le storie già approvate, fino a ottenere storie completamente diverse da quello che si pensava all'inizio, finanche con personaggi completamente diversi. "Con la mia prima gestione della serie di Capitan Marvel, quella lanciata nel 2012, ho dovuto affrontare un problema di questo tipo. E' come se nell'evoluzione degli eventi ci fosse stato un "graffio sul disco" e all'improvviso ci siamo trovati sbalzati in Infinity. Quando mi hanno avvisato che avrei dovuto ospitare l'evento sulle pagine della serie, ero già pronta e avevo già escogitato come avrebbe dovuto finire la (prima) serie. Non ci sarebbero state differenze se la serie fosse durata qualche albo in più. Il vero salto, però, c'è stato sul numero 15 quando ho dovuto ospitare il crossover. Molto di recente ho ricevuto un'altra mail che mi avvisava riguardo un crossover. La mia reazione è stata subito quella di esclamare un NOOOO. Ma poi ho scritto a Brian Bendis per chiedergli consiglio sul da farsi e lui mi ha risposto: "semplice, digli No Grazie". E così ho fatto. Mi hanno risposto: ok. Dannazione! Qualcuno poteva avvisarmi che mi era consentito di scegliere. Adesso però lo so.".

Kelly Sue DeConnick e Jim Starlin


A proposito dei crossover, cosa ne pensano in generale gli autori che collaborano con le major? "Aiutano le vendite" risponde a bruciapelo Kelly Sue DeConnick "in tanti esclamano "li odiamo!", ma poi alla fine accorrete a comprarli in massa. E finché continuerete a comportarvi così, le case editrici continueranno a produrli. E' così che funziona l'economia. Da un punto di vista strettamente intellettuale mi piace l'idea di come funziona una storia raccontata in questo modo, a tutto tondo. Ma in pratica si traduce in una bella rottura di palle. Se scegli di rimanerne fuori è una tua scelta, ma se decidi di prendervi parte godi di un significativo incremento delle vendite. E visto che sono un'autrice che scrive serie da metà classifica, un incremento nelle vendite garantisce almeno sei mesi di vita in più alla mia serie. Chiedetevi: quanto è importante che le serie vada avanti? Bisogna poi aggiungere che Civil War è stato culturalmente efficace e ha rispecchiato nella finzione narrativa molte delle cose che sono accadute nel mondo o nell'industria. Ci sono un sacco di cose che odio dei crossover, ma è innegabile che siano efficaci". Jason Latour ha aggiunto: "la mia serie è stata coinvolta in due crossover in soli sei mesi e ovviamente sarà coinvolta nei cambiamenti che faranno seguito alla morte di Wolverine" Kelly Sue DeConnick lo interrompe: "Il fantasma di Wolverine!" e Latour replica: "Be', potrei scriver Ghost Wolverine per tutto il resto dei miei giorni!"

A proposito di morti, in definitiva, chi è che decide per la morte di un personaggio? L'editor? Lo scrittore?

Risponde Jim Starlin: "Le vendite. Ogni qual volta le vendite scendono, qualcuno muore".

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