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GREEK STREET: MILLIGAN E GIANFELICE TRASPORTANO LE TRAGEDIE GRECHE NELLA LONDRA DI OGGI



Greek Street
copertina del terzo trade paperback
della serie di Peter Milligan e Davide Gianfelice 

"Greek Street è concluso, o almeno lo è la mia parte, dato che l'ultimo numero uscirà solo il mese prossimo.

Greek Street:
16 issues (13 miei e 3 di Werther)
362 pagine (296 mie)
25 mesi di lavoro
1445 foto per documentazione

Si lo so sembra un po' borioso dire queste cose, ma è un analisi a cui ho pensato oggi , mentre disegnavo le ultime linee dell''ultima tavola dell'ultimo numero di Greek Street.

Sono passati 2 anni, sono un mucchio di tempo e nello stesso momento tutti questi mesi sono passati velocissimi.

Sono volati dietro a questo progetto, il più complicato che fino ad ora ho dovuto affrontare (naturalmente senza togliere nulla a tutti gli altri) di cui vado molto orgoglioso, e che mi ha permesso di crescere professionalmente, sia per la mole di lavoro, sia per le persone con cui ho collaborato.

Concludere qualcosa che ti ha tenuto occupato così tanto scatena parecchie emozioni e lascia un vuoto strano dentro di te.
Poi, fortunatamente passa.
E comunque sia, la mente è più veloce di tutto e rincorre nuove idee e nuovi progetti.

Greek Street in Italia uscirà in un volume unico e racchiuderà tutti i 16 issues."


Con queste parole, pubblicate sulle pagine del suo blogDavide Gianfelice ha fatto il punto della situazione su Greek Street, congedandosi nel contempo dalla serie che ha riscosso un grande consenso di critica (forse non troppo di pubblico, ma si sa che le due cose non sempre vanno a braccetto) negli USA. 

Pubblicata sotto l'etichetta Vertigo della DC Comics, Greek Street è una serie molto ambiziosa che si ripropone di attualizzare le classiche tragedie greche ambientandole nella Londra dei giorni nostri. Tutte le vicende, dunque, si svolgono a Soho (uno dei quartieri più famosi della capitale britannica), tra locali malfamati e strade poco raccomandabili, tra le quali si aggirano personaggi che (direttamente o indirettamente) richiamano i protagonisti delle classiche tragedie. Il coro, ad esempio, è rappresentato dalle spogliarelliste che si esibiscono in un locale notturno (spogliarelliste che vedrete anche nelle pagine che vi presentiamo di seguito in anteprima qui sotto) e molte altre assonanze con i classici personaggi le incontrerete via via che ci inoltrerete sulle pagine della serie.

In Italia Planeta DeAgostini Comics raccoglierà l'intera serie in un unico volume che dovrebbe vedere la luce tra gennaio e febbraio 2011. Di seguito vi presentiamo in anteprima la copertina del volume italiano, le prime cinque pagine e la prefazione scritta da Mike Carey.

Copertina del volume italiano

1

2

3

4

5
"A un primo sguardo, queste tragedie sono così lontane da noi, ma in fondo nulla cambia mai realmente. Lottiamo contro le stesse cose, e dalle stesse cose veniamo sconfitti.”
Lord Menon lo dice all’ispettore Dedalus esattamente alla metà di questo libro, dando voce al tema cardine e – ipotizziamo – al suo eventuale destino. Lui però non sa di parlare da accademico di stampo classico, ignaro di come quel pensiero si applichi alle forze che operano nella sua vita. I greci hanno inventato l’ironia, in fin dei conti.
Peter Milligan ha disposto i personaggi delle tragedie greche su un palcoscenico moderno, ed è un’ambientazione abbastanza squallida. La Soho di Londra è nota come crogiolo di depravazione, ottimo posto dove scopare, ubriacarsi o perdersi. Nei permissivi anni Sessanta era piena di locali di spogliarello e di burlesque. Poi, quando Margaret Thatcher iniziò a predicare i valori vittoriani divenne un labirinto di cinema porno e sex shop, dove due porte su tre recavano un cartello scritto a mano con una variazione sul tema: Modella appena arrivata – Venite a vederla. Ora le prostitute difendono con le unghie e con i denti i loro spazi dai palazzinari che vogliono riempire Greek Street e Wardour Street di super-bische approvate dal governo e centri scommesse: nuovi tipi di peccato, per un nuovo millennio.
La Greek Street di Milligan è senza tempo, però: appartiene sia al passato che al presente, come i suoi personaggi. Edipo è un giovane teppistello appena rilasciato dai servizi sociali; Agamennone è un aristocratico depravato che sta per pagare per i propri errori; Cassandra è un’adolescente dall’aria psicotica che vive rinchiusa dalla famiglia, che se ne vergogna; le Furie sono signorotti del crimine e il coro è fatto di spogliarelliste.
Ma questo è solo lo sfondo, in verità; solo tocchi di colore. Ciò che Milligan sta facendo, secondo me, è rimboccarsi le maniche e inzuppare le mani nel sangue, nelle interiora e nell’agonia delal vera tragedia. Ci fa vedere vite che sbandano fuori controllo, che si schiantano al muro e prendono fuoco. E –proprio come hanno fatto Eschilo e Sofocle– ci sta illustrando, con nitidezza spietata, le forze dentro e attorno a noi che rendono possibile tutto ciò.
C’è un paradosso centrale, nella tragedia greca, che è il seguente: l’eroe tragico propizia la propria caduta a causa di un difetto o di una frattura nella propria natura; può essere orgoglio, cupidigia, cecità morale. Allo stesso tempo, viene distrutto perché gli dei, o un gruppo tra essi, decide di levarlo di torno. Destino e tracotanza vanno a braccetto. Quindi è il destino a tirare il grilletto, ma solo dopo che ti sei dipinto il bersaglio in petto da solo; e l’orrore della tua caduta è esattamente uguale alla magnitudo del casino che hai combinato. Intanto i comuni mortali restano a guardarti.
Questo è il mondo come lo vedevano gli antichi e Milligan non si risparmia per dimostrare che il modello si applica a noi tutti, signori e sudditi e lap dancer. Questa è l’antica danza, dice una delle coriste-spogliarelliste all’inizio. Questa è l’antica storia. Se ha ancora il potere di sorprenderci e turbarci, è per due motivi: perché è una storia dannatamente buona e perché il narratore è nel pieno della forma.
Anzi, avrei dovuto dire che i motivi sono tre: gli artisti al lavoro su queste storie portano un’ulteriore cornucopia di ricchezze. Le linee nette di Davide Gianfelice e la tavolozza misurata di Trish Mulvihill fanno sì che questa Soho sia in bilico sull’abisso, che gli interni siano sudici e minacciosi, o pieni di ombre imperscrutabili, e che le vie siano squallide e alienanti. È un mondo scomodo, ma ci tocca abitarlo, ed è questa l’essenza della tragedia; serve a farci arrivare il più possibile vicini all’accecato Edipo, alla folle Cassandra, per provare terrore e raccapriccio per il loro destino, con la sensazione di non averlo condiviso solo per un pelo.
Ecco cosa avrete da Greek Street, se decidete di avventurarvici: la vivida, sconvolgente sensazione di partecipazione; l’irresistibile invito a identificarvi con mostri e vittime sacrificali, con i reietti e i dannati senza speranza. Quando ne uscirete, all’estremo opposto, guarderete la vita con occhi differenti, e non potreste chiedere di più a nessun libro, se ci pensate. Allora venite a ballare l’antica danza. Scoprirete di conoscerne da sempre i passi.
Mike Carey (Londra, 2009)

2 commenti:

Giulio ha detto...

Bella news :) sono molto curioso di leggere Greek Street, con Milligan temo sempre la cagata.

Comix Factory ha detto...

Milligan non si spreca sugli albi mainstream/supereroistici... ma quando si tratta di cose sue resta il migliore sulla piazza (sempre il maestro rispetto agli ellis, morrison e ennis vari...).
Speriamo in una pubblicazione integrale di Shade.

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