GRANT MORRISON: "PROVO QUASI PIETA' PER ALAN MOORE"
Grant Morrison |
"Credo che sia tragico, ma molto pertinente a questo pezzo, che la voce più altisonante del nostro settore - quello che è in grado di farsi sentire più lontano e che gode di una grande autorevolezza anche nei mezzi di comunicazione che non siano quelli di settore - sia uno che non offre altro che disprezzo e denuncia, uno che non spreca una singola parola a favore di nessuno degli scrittori che lavora attualmente nel fumetto mainstream, per non parlare della grande ricchezza di autori brillanti che producono opere indie. Non fa mai qualcosa di diverso, ad esempio, di utilizzare la grande considerazione che i media hanno di lui per allontanare i lettori dagli attuali fumetti e autori - mentre non fa altro che mettersi sempre al centro della scena per parlare dei propri successi. Quanto sarebbe difficile dire qualcosa di incoraggiante, di positivo o di speranzoso sullo standard decisamente migliore raggiunto dalla scrittura di tutte le opere a fumetti attuali? Oppure potrebbe semplicemente starsene in silenzio.
E se posso permettermi di districare la logica che si racchiude dietro il suo continuo brontolio, vi dico che il motivo del suo malumore è che lui pensa che tutti i fumetti moderni sono copiati da roba che lui ha scritto negli anni '80 e che sono tutti spazzatura.
Ma veramente sta affermando che la sua influenza è stata tanto negativa? Se lo crede davvero, sarei quasi dispiaciuto per lui. Vedo la mia influenza quasi ovunque e sono al settimo cielo".
A parlare è Grant Morrison, l'argomento è naturalmente Alan Moore. Il motivo di questa dichiarazione è una serie di (interessantissimi) articoli scritti da Pádraig Ó Méalóid su The Beat per sviscerare i motivi della inimicizia/rivalità tra i due autori (articoli che trovate QUI, QUI e QUI), articoli ai quali Morrison ha risposto sempre su The Beat (per la precisione QUI).
Sui motivi della rivalità tra i due, non entro nel merito. Sono due star di prima grandezza, e immagino che la sacralità del successo conseguito (per primo) da Moore e la minaccia rappresentata da quello di Morrison (da subito definito l'erede) , possa aver provocato attriti tra i due. Quello che mi lascia perplesso è la considerazione di Morrison riguardo la scarsa bontà dell'analisi di Moore sul mercato odierno. Moore sente di essere stato derubato di qualcosa di suo e per questo è molto amareggiato, sarebbe mai plausibile per una persona che si trova in questo stato d'animo parlare bene di autori e (soprattutto) di case editrici che hanno contribuito (indirettamente, nel caso dei primi, indirettamente nel caso delle seconde) a farlo precipitare in questa condizione di ira? Con la prima parte delle sue affermazioni, dunque, Morrison a mio parere dimostra di non aver capito appieno le motivazioni della rabbia del suo "rivale".
16 commenti:
Stefano,
Morrison non si riferisce a ora. Si riferisce agli ultimi dieci anni di carriera di Moore, in cui è abbastanza vero che zio Alan non abbia mai detto una parola buona su nessuno. Se vai a vedere, negli anni '90 Moore scrisse molte intro per fumetti di gente che stimava. Da anni parla bene solo dei suoi amici. L'argomentazione morrisoniana non fa una piega.
Su Before Watchmen sono con Moore. Ha ragione.
Ma resta il fatto che, forse in coincidenza con questo, forse prima, Moore da anni non fa altro che esagerare la propria influenza. Dicendo balle e sputando sulla gente.
Vedi Geoff Johns.
Una cosa è parlar male della DC come corporazione, una cosa è pensare che gli altri autori non amici suoi siano tutti incapaci.
Fino a non molto tempo fa, sarei stato completamente d'accordo con te.
Negli ultimi tempi, però, mi è capitato di leggere più volte interviste e testimonianze in proposito e quello che ho capito è che Moore è un uomo amareggiato, che sente di essere stato truffato e tradito dall'intera industria del fumetto. Non dico che ha ragione al 100% (su alcune cose esagera) ma capisco l'astio che nutre e la sua amarezza. Il Moore di dieci/quindici anni fa era molto più aperto, disposto a lavorare per soldi e amicizia (e pronto a farsi "infinocchiare" da Jim Lee, cedendogli - cosa inspiegabile - i diritti dell'universo super-eroistico da lui creato; e a dirla tutta questa è una cosa che non gli perdono, può mai essere che a cinquant'anni era ancora così sciocco da non pensare di conservare le proprietà dei suoi personaggi? Capisco negli anni '80, ma oggi..).
Per capire la sua amarezza, bisogna pensare alle pressioni subite dalla DC per avere la sua approvazione. Agli amici che si sono eclissati per il danaro, e alle persone che non lo conoscono direttamente (né sanno tutti i fatti) pronti però ad attaccarlo e a dare giudici tranchant. Questa persona (che avrà anche un ego sproporzionato) si è incattivita.
Sullo sputare sulla gente... be' Moore lo ha sempre fatto. Ho un libro che raccoglie molte sue interviste e negli 80 (all'apice del successo degli X-Men) Moore parlava di Claremont come di uno che insozzava la sue poche e rare buone idee con dialoghi di merda.
Salve, seguo poco i fumetti... ma questo blog è fantastico! Non conosco tutti i riferimenti che fa - soprattutto a gente del settore - ma capisco più cose da qui e dai vostri commenti che dalle webzine di settore!
Secondo me il buon vecchio Alan sta sclerando già da tempo. Adoro le sue opere, ma sulle dichiarazioni potrebbe tenere proficuamente un profilo molto più basso.
Sulla querelle Moore/Morrison non sapevo niente, ma leggendo le parole di Morrison nel sito citato, si capisce che Moore ha fatto lo spaccone anche su questioni che non lo meritavano affatto.
Il fatto è che spesso le opere si apprezzano di più se non si segue il chiacchiericcio degli autori.
Moore è nel trittico dei miei autori divini. Lo adoro, ma ciò non toglie che, in particolare nell'ultimo ventennio o poco meno, sia diventato un "pessimo individuo". Antonio ha già detto tutto, inutile ribadire, c'è solo da pensare che si stia odiando così tanto per aver venduto i suoi diritti al punto da sfogare tutto sul mondo del fumetto anziché dirsi da solo quanto è stato un fesso (per usare un eufemismo). Comunque, è anche vero che Moore ha da sempre insultato e disprezzato qualsiasi opera non sua (salvo rari casi) e a me quest'atteggiamento non è mai piaciuto. Penso: "Cazzo, sei Alan Moore, che te ne fotte di ciò che scrivono gli altri? ha pubblicato Neonomicon, un fumetto orribile, ma hai ugualmente vinto un premio. DI cosa ti preoccupi?"
Bah!
"Il fatto è che spesso le opere si apprezzano di più se non si segue il chiacchiericcio degli autori."
Sottoscrivo. Tutto quello che possono fare gli autori con i loro interventi è rovinare le loro opere. Sarebbe doveroso che osservassero il silenzio, lasciando che le opere seguano il loro corso.
Lo dico come autore.
Attenzione! Moore non ha venduto i diritti delle sue opere (mi riferisco a Watchmen e V for Vendetta), ma ha firmato dei contratti innovativi (in un'epoca in cui i contratti non esistevano) con una casa editrice che gli prometteva a chiare lettere che sarebbe tornato in possesso dei diritti di quelle opere, a due anni dall'uscita dal catalogo (ma in un'epoca in cui NON ESISTEVANO le ristampe in volume, che in pratica sono state inventate per ristampare V for vendetta e Watchmen). La cosa grave è che la DC non abbia rinegoziato quel contratto con il cambiamento delle condizioni di mercato, rivelando il fine "truffaldino" di quell'accordo.
x Gaetano D.: che dirti se non GRAZIE?
Non entro nel merito della contesa perchè so solo quel tanto che è filtrato dalla rete in questi anni ( ricordo di essermi imbattuto in un rifacimento della cover di Supes Vs Cassius Clay con Moore e Morrison al posto dei due pugili sul ring ), ma il loro duello è interessante - scremandolo da tutti gli aspetti sgradevoli che si incontrano quando due litigano - perchè, nella loro forma + cristallina, i due autori sono molto differenti, oserei dire antitetici nell'approccio. Per sintetizzare, Moore è un ingegnere e Morrison un musicista. Opinione personale e sindacabilissima, claro que si. Moore ricerca il Delitto e Castigo dei comics
( parole sue , più o meno ) e si pone di fronte alla costruzione della storia, della tavola, della vignetta come Nero Wolfe che studia il cruciverba del Times. Morrison danza leggero come in una canzone di Gianni Bella coreografata dalla ragazzine di Boncompagni in una stanza a cui sono appese le idee , con tutte le mollette giuste ed al posto giusto come in Dolores Clairborne di King. Infatti, qualche anno fa , Moore ha scritto che Ellis è il suo erede e Milligan in una intervista ha notato come esista un trait d'union tra Moore e Gaiman e tra Morrison e Milligan.
Il primo Gaiman era puro Moore, secondo Moore.
In un mondo migliore - struttura di Moore e popolazione di Morrison - il Dinamico Duo sarebbe affiatato come Sandra & Raimondo, ma pazienza.
In questo mondo, i due ragazzi irrestibili dovrebbero lavorare, in realtà lo fanno già, a progetti creator owned per indies ( Image, Dark Horse, Avatar , IDW ecc) ed il loro lavoro esser di ispiraz x un tale che chiameremo Alan G. Mooreson, un ragazzetto quasi calvo, ma con i capelli lunghi dietro le orecchie ( come Riff Raff ) che vive in provincia, nessuna empatìa con la scuola , vivacchia scrivendo per fanzines, ma sta lavorando alla storia di un manicomio in cui sono stati rinchiusi tutti i misterymen partoriti dal reaganismo. I tempi sono forse maturi x una sorta di legge Basaglia ? Il nosocomio proteggeva la società civile da freaks pericolosi o vicveversa ? Mm.
Speriamo che stia attendo al contratto che una major gli proporrà...
Si potrebbe obiettare a Morrison, che in quello che scrive lui non ci si capisce un cazzo. Fumettacci con 2 idee, scritti male e sceneggiati peggio.
grazie a Comix Factory per il pezzo.
Sono una persona rancorosa e vendicativa, quindi comprendo perfettamente l'atteggiamento di Alan Moore, sebbene non giustifichi né lui, né me.
Anche io una volta ho firmato un contratto che si è dimostrato essere una "truffa legalizzata", e spero che coloro che abbiano preso i miei soldi se li siano dovuti spendere tutti in medicine. Probabilmente verrò truffato ancora in futuro, sotto altri aspetti, perché non sono una persona molto scaltra.
Tuttavia Alan Moore nelle sue interviste è preoccupante, nel senso che spesso condanna e sputa veleno su tutta l'industria fumettistica, autori inclusi (tranne rarissimi casi). Penso che sia un atteggiamento eccessivo, che denota problemi personali ed un grosso egocentrismo. Tralasciando il mondo super-eroistico e rivolgendosi al "fumetto d'autore", se mi passate la definizione, la TopShelf (per la quale lui pubblica), la Fantagraphics Book o la Fisrt Second, mi sembra che presentino spesso materiale eccellente, superiore al suo e degno di essere apostrofato come letteratura.
Concludendo, credo che ci sia del vero nelle parole di Morrison.
penso che ad allontanare i lettori da dc e marval ci abbiano pensato le stesse dc e marvel.
a morrison vorrei dire di non rosicare troppo.
p.s. grande crepascolo!
Ciao, mi chiamo Federico e seguo questo blog da alcuni mesi (complimenti davvero!). Volevo dire la mia su questa disputa che mi coinvolge particolarmente, dato l'adorazione che provo per entrambi gli scrittori. Devo dire, leggendo alcune delle tantissime recenti esternazioni di Alan Moore, che mi è apparsa l’immagine di un uomo molto diverso da come pensavo. E’ senz’altro vero che sembra profondamente amareggiato, che sente di essere stato trattato male (tradito?) da editori e (ex) amici, però, sinceramente, la tentazione non è quella di solidarizzare e di difenderlo contro tutti quegli individui brutti e cattivi che gli vogliono male… L’indignazione è figlia di scorrettezze oggettive subite dall’uomo, oppure di imperdonabili reati di “lesa maestà” nei confronti di un ego ipertrofico? Se il confine probabilmente è sottile, io sono più orientato per la seconda ipotesi…
Faccio un esempio: se ricordo bene, Moore ha raccontato di aver lasciato tutti i diritti per il film di Watchmen a Dave Gibbons, e in cambio avrebbe chiesto solo una telefonata per i ringraziamenti. Non essendo arrivata questa telefonata, l’amicizia con Gibbons sarebbe stata bruscamente interrotta (semplifico molto, ma mi sembra che in sostanza abbia detto così). Ora: sono l’unico a pensare che questa faccenda sia un po’ ridicola o mi sta sfuggendo qualcosa? E’ chiaro: se io do un sacco di soldi a qualcuno in maniera disinteressata, un “grazie” è il minimo che mi aspetto, ma non ho nessun bisogno di “formalizzare” la cosa. Dire “guarda, io ti lascio tutti i soldi, però quando tutto è finito, telefonami per ringraziarmi” mi sembra francamente un comportamento da Re Sole, più che da amico.
L’atteggiamento di Grant Morrison, che comunque anche lui come ego non scherza, mi sembra molto più equilibrato e soprattutto meno “fuori dal mondo” rispetto all’avversario, personaggio che sembra sempre più chiuso in un mondo di rancore e risentimento che, insieme alla più o meno giustificata presuntuosità, costituiscono un muro invalicabile che separa sempre più il grande Alan Moore dal mondo reale.
Grazie e scusa per la prolissità!!!
Scusatemi se rispondo in maniera che potrebbe sembrare un po' sbrigativa (ma in questo momento sono di fretta). La vicenda Moore/Gibbons è corretta, ma manca un dettaglio. Moore chiede a Gibbons di essere ringraziato, perché precedentemente (stando alle dichiarazioni dello stesso Moore) Lloyd (protagonista di una vicenda analoga) non solo sarebbe "scappato" con il bottino, ma sarebbe stato sorpreso a sparlare in pubblico dell'ex-amico. Con queste premesse la vicenda assume forse toni un po' meno buffi.
Fare paragoni tra Moore e Morrison è secondo me errato. IL Morrison di oggi è una superstar del comicdom, acclamato per ogni cosa che fa (anche quando produce opere mediocri come Final Crisis); all'apice del suo successo e del riconoscimento di esso da parte di tutti. Moore, che è più anziano e che forse non ha saputo sfruttare come Morrison l'apice della propria carriera, finendo per essere sfruttato e accantonato.
Tornando al Moore amareggiato, è notizia di questi giorni che il più prestigioso premio letterario britannico ha aperto alle nomination di fumetti. Moore, intervistato in merito a questa scelta rivoluzionaria, ha dichiarato che è una decisione giusta: "oggi c'è tanta letteratura scadente, ma ci sono tanti fumetti che per idee e storie son molto validi e meritano di essere presi in considerazione" (fonte: il venerdì di repubblica)
Diciamoci la verità: Moore è uno che involontariamente o meno (ragazzi, l'ingenuità dell'ABC alla Wildstorm me l'aspetto da un esordiente, non da un veterano) si è sempre fatto fregare.
Grant è - a livello caratteriale - più simpatico e un miglior PR, e di fregature (almeno note e/o plateali) è stato in grando di non prenderne.
Moore scrive ancora il Neonomicon per pagarsi l'affitto, Morrison ha una casa in Scozia e una a LA, e non ha problemi di soldi.
Moore è stanco e amareggiato e - onestamente - libero di dire quello che vuole e di stare sul cazzo (specie ai colleghi) per quello che dice. E a me personalmente questo atteggiamento "I take no shit from no one" diverte molto, mi piace chi non liscia in continuazione le palle dei fan o si fa pompini a vicenda coi colleghi.
Personalmente Morrison mi sta più simpatico e mi sento molto più in sintonia con i suoi fumetti, con le sue idee, il suo modo di sceneggiare e le strade che esplora quando sperimenta.
E sinceramente, a una cena fuori inviterei Grant e non Alan.
Ma detto questo: ragazzi, LE OPERE, non le persone.
Quando (spero tra tantissimo tempo) saranno morti, di loro potranno anche non sapere niente e i loro fumetti saranno ancora delle figate pazzesche.
Fuck the hype, read comics.
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