DA UNA LETTRICE USA ARRIVANO I SETTE MOTIVI PER CUI I FUMETTI DI SUPER-EROI SI LEGGONO SEMPRE MENO
copertina di uncanny x-men uno dei tie-in della sarabanda di cazzotti che è Avengers vs. X-Men |
L'articolo intitolato Worst Comic Book Ever! pubblicato alcuni giorni fa sul Wall Street Journal (e da me proposto integralmente QUI) ha sollevato parecchie polemiche e invitato molte persone a esprimere la propria opinione. Pur non condividendo appieno tutte le perplessità sollevate (ma sono comunque d'accordo con molte di esse), mi ha molto divertito leggere questo pezzo scritto da una lettrice di fumetti e inviato alla rubrica di Steve Bennett del sito ICv2. La lettrice, che Bennett dice di conoscere da oltre venti anni, non è una nerd, ma è una persona affermata professionalmente che non disdegna la lettura di un buon fumetto (non si perdeva ai tempi d'oro un albo degli X-Men e nella sua libreria custodisce gelosamente una copia di Moonshadow).
1. Dovrei fare moltissima strada e cambiare le mie abitudini (sempre se decidessi di comprarli in una fumetteria). Non so nemmeno se dall'altra parte della città c'è un negozio, anche se sono credo che ci dovrebbe essere. In ogni caso si tratta di un vero e proprio viaggio.
2. I fumetti sono troppo costosi anche quando hanno un buon numero di pagine, e si leggono in un lampo. Una copia di Rolling Stone o di The Atlantic mi impegna per molto più tempo, e se sottoscrivi un abbonamento sono molto più economici.
3. Le storie (i miei giudizi si basano sulle mie recenti incursioni nelle mie collezioni, che sono ferme a tre o quattro anni fa) sono... deboli e poco profonde. Claremont era molto meglio di questo.
4. Nelle storie non c'è mai una conclusione. Ogni numero si chiude con un cliffhanger.
5. Come conseguenza ai punti 3 e 4, quando finisci di leggere un volume che raccoglie cinque o sei albi non ti resta la sensazione che il tempo che hai investito per leggerli sia stato investito in maniera proficua. Alle volte mi sento come se fossi stato ingannato perché non è successo nulla e nella storia complessiva nulla si è sviluppato.
6. La parte artistica si sta evolvendo sempre di più verso uno stile manga, che a me non piace particolarmente. E' comunque uno stile, e forse sono io che non appartengo alla generazione giusta, ma credo comunque che si tratti di una scorciatoia per evitare di imparare a disegnare figure realistiche e espressioni realistiche.
7. Dopo un po' (quasi quaranta anni nel mio caso) cominci a pretendere che quello che leggi diventi un po' più sofisticato. E perché no? La fantascienza si è molto evoluta da "gee whiz!" fino a diventare qualcosa di molto serio. Perché non possono farlo i fumetti di super-eroi? La Fantascienza esiste da più di cento anni e non è mai stata in punto di morte, e la gente ancora trova nuove cose da raccontare sulla colonizzazione di Marte. E invece nei fumetti... linguaggio elementare, problemi personali poco convincenti, combattimenti stupidi.A questa lista, Bennett ne aggiunge uno extra, abbastanza condivisibile. Secondo il giornalista c'è la sensazione abbastanza sgradevole che buona parte della produzione attuale (per tematiche trattate e svolgimento di alcuni argomenti) sembrano essere stabiliti a tavolino da uomini di marketing più che scelte creative (in quest'ottica Bennet legge le recenti nozze gay celebrate in Marvel o l'outing della Lanterna Verde Alan Scott in DC). "Se voglio essere indottrinato" sentenzia Bennet "preferisco farlo attraverso altri mezzi". E come dargli torto?
Non si può accontentare tutti, lo so, e forse il pubblico principale è formato da lettori di quattordici anni. Non saprei. Ma se questi lettori non sono sufficienti, non dovresti chiedervi cosa vuole leggere il resto di noi? Potrei dirvelo se davvero volete saperlo.
Credo che tutti noi già sappiamo che molti lettori di fumetti non hanno più quattordici anni, forse sarebbe il caso di chiedersi quanti effettivamente sono. Basti vedere quanti numeri del New 52 sono pieni di ammiccamenti sexy, super-adolescenti ribelli e viene il pensiero che siano tutti rivolti a un pubblico che ha tra i venti e i trenta anni.
6 commenti:
Completamente d'accordo con la lettrice (in particolare sull'ultimo punto e sulla questione prezzo/tempodilettura) e con Bennett.
Chissà se cambierà qualcosa dopo queste proteste...
Questioni davvero interessanti. Soprattutto quelle espresse nei punti 2, 3, 4 e 5. Varrebe la pena che a farsi certe domande fosse proprio chi i fumetti li fa.
Ma infatti il problema è proprio quello. Chi fa fumetti oggi (o chi decide le direttive, perché non credo che Axel Alonso non capisca un tubo) è molto distante dal pubblico reale.
TROPPO distante.
L'unica cosa è aprirsi un marchio indipendente, ma bisogna disporre di molti soldi, oppure sperare che t'ingaggi l'Image.
Viva Roberson e Rivera e tutti quelli che verranno!
E in bocca al lupo alla Villain Comics e alla Emmetre Edizioni perché realtà indipendenti esistono anche in Italia!!!
Sulle cause dello tato in cui versano i supereroi USA ci sarebbero da dire troppe cose.
Sottolineo solo il fatto che anche nel paese in cui sono nati i super eroi c'è la consapevolezza da parte di molti che le cose vanno male e il tentativo di individuarne le ragioni
I punti 3-4-5-6 mi hanno ricordato perchè ho tagliato i supereroi dagli acquisti (ristampe di materiale anni 70 escluse); ma altrettanto ha fatto questo articolo: http://flashbackuniverse.blogspot.it/2010/10/are-25-of-comic-readers-really-65.html, da Venom stilista dei supereroi alle storie violente ...
Saluti.
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